Vorrei capire come mai, quasi,all'alba del 2012 le case non sono ancora domotizzate come le vedevo nei cartoni animati della mia infanzia.
La Domotica è una scienza troppo vasta per un singolo blog QUINDI in questo focalizzeremo l'attenzione sull'INTERFACCIA UTENTE che permette ai proprietari di una casa domotica di interagire con tutto il SISTEMA.

4) Come domo il sistema domotico?


Il canale di comunicazione tra l’utente e il sistema domotico è l’interfaccia utente.
In sintesi il flusso dei dati, in una direzione, è costituito da richieste che l’utente invia al sistema (input) e nell’altra direzione, dalle risposte che il sistema invia all’utente (output) a completamento della transazione iniziata.

La modalità operativa con cui l’utente interagisce e la possibilità di comprendere l’esito delle operazioni richieste dipende dal design dell’interfaccia utente con cui si opera.

Human Computer Interaction “è una disciplina che si occupa della progettazione, valutazione e realizzazione di sistemi interattivi basati su computer destinati all’uso umano e dello studio dei principali fenomeni che li circondanoDa: ACM SIGCHI Curricula for Human Computer Interaction, 1992.

La progettazione dell’interfaccia utente è parte di questa disciplina e quest’ultima è una specializzazione del design. Nella specificità di un’interfaccia per sistema demotico la sua progettazione richiede una serie di considerazioni che vanno studiate al fine di ottenere il massimo risultato in termini di efficacia, efficienza e soddisfazione.

La fase di design dell’interfaccia deve considerare entrambe le sue due componenti principali. La prima è la “scienza” che è fondamentale per il raggiungimento dei valori massimi di efficacia e di efficienza, la seconda è l’ “arte” che contribuisce alla realizzazione del target di massima soddisfazione.

L’obiettivo finale da raggiungere è un alto livello di usabilità che possa permettere la miglior interazione utente – sistema domotico e questo obiettivo si raggiunge mediante una progettazione mirata del mezzo con cui avviene questa interazione.

La progettazione deve mediare tra il modello concettuale dell’utente e il modello concettuale del programmatore. Il modello concettuale dell’utente è un modello mentale formato da un insieme di relazioni tra un dominio di elementi. Questo modello si basa sulla somiglianza con situazioni pregresse creando nuove relazioni basate sull’esperienza e sulla familiarità dell’ambiente in cui si trova. L’interfaccia deve rispecchiare il più possibile lo schema mentale dell’utente affinché quest’ultimo la possa trovare semplice e funzionale alle proprie esigenze.

L’eterogenia dei potenziali utilizzatori richiede comunque, in fase di progettazione, una definizione dell’utente “tipo” a cui indirizzare l’artefatto, la creazione di un insieme di scenari in cui opererà il sistema domotico, la definizione delle varie procedure operative che dovranno sostituire quanto a quel momento in essere.

Molto più formale ed esplicito è il modello del programmatore che in ottemperanza alle linee guida applica gli elementi basilari dell’human computer interaction mediante tre “macro fasi” operative:

  • Analisi dell'utenza di riferimento (definizione dell’utente “tipo”) e analisi delle funzioni operative (definizione dei task);
  • Definizione della funzionalità operative permessa dall’interfaccia, design delle schermate per l’interazione con l’utente, determinazione della struttura hardware ;
  • Prototipazione dell’interfaccia e successivo test per un’analisi quantitativa e qualitativa.

Spesso però i due modelli sono in contrapposizione in quanto l’utente reputa tecnicismi i vincoli che il programmatore ha dovuto rispettare e considera l’interfaccia non user friendly
Il compito di trovare un modello che possa integrare i due precedentemente esposti spetta alla fase di progettazione dell’interfaccia.

A prescindere dal grado di automazione raggiunto e da chi prende decisioni è necessario focalizzare il ruolo primario che riveste l’interfaccia in tutto il processo di automazione. Un’interfaccia inadeguata comprometterebbe i benefici ottenibili da una casa domotica introducendo, di fatto, un vincolo alla fruibilità. Questa inadeguatezza può manifestarsi per troppa complessità (incomprensione dei comandi, delle sequenze di operazioni, del punto di arrivo…) o per troppa semplicità (l’interfaccia si riduce a un telecomando) non permettendo all’Utente di fornire tutte le informazioni necessarie.

Il sistema domotico rappresenta per la casa ciò che il sistema operativo rappresenta per il computer. In pratica il sistema gestisce autonomamente periferiche (elettrodomestici, interruttori, canali informativi, interfacce intelligenti …) acquisendo dall’utente i dati necessari al compimento di azioni che non possono essere annoverate tra quelle predefinite.

Le funzionalità e le modalità di colloquio dell’interfaccia utente sono un punto critico per quanto riguarda la reale fruibilità dell’abitazione specialmente se l’utente è anziano o se affetto da qualche tipo di disabilità. Il livello di complessità, la veste grafica e le modalità di interazione possono provocare da parte dell’utente un secco rifiuto della tecnologia.

A volte anche solo la dimensione delle icone sul video, il colore dello sfondo o la necessità di utilizzare spesso la memoria per completare correttamente tutte le operazioni necessarie possono rappresentare un ostacolo.

La difficoltà di questo lavoro di tesi è stata la continua ricerca di soluzioni che nell’insieme potessero tracciare una linea guida relativamente alla realizzazione dell’interfaccia sia nell’aspetto grafico, sia negli scopi, sia nella definizione delle modalità interattive dei due canali, quello informativo (il canale per il flusso dati che congiunge l’utente con l’interfaccia) e quello operativo (il canale che collega l’interfaccia con il sistema domotico).

Il problema quindi è focalizzato sui modi con cui l’Utente interagisce con il sistema, fornendo comandi e ricevendo informazioni in modo semplice ma esaustivo. Se ad esempio il campanello d’ingresso squilla e il pulsante apri-porta non viene azionato, il sistema deve attivare la videoregistrazione della telecamera posta all’ingresso senza attendere conferme, eseguendo cioè quanto previsto nella configurazione iniziale del sistema. Solo in seguito il sistema dovrà predisporre un segnale di carattere informativo che catturi in modo non invadente l’attenzione degli interessati e che rimanga in attesa della disponibilità di chi vuole ricevere l’informazione.

Le interfacce che colloquiano con gli utenti esclusivamente con dispositivi visivi (schermi, luci, video segnalatori ecc.) non potranno essere utilizzate da utenti ipovedenti; interfacce basate principalmente su dispositivi sonori creano un ostacolo a chi è audioleso. Il problema insorge anche quando si utilizza in modo predominante lo scritto in quanto analfabeti e persone con idioma differente non riuscirebbero a comprendere. L’interfaccia, al fine di evitare queste problematiche, deve possedere una serie di caratteristiche condivise e diffuse:
  • uso di tecniche di comunicazione ridondanti e multimediali per permettere una scelta del canale comunicativo più idoneo per raggiungere lo scopo
  • semplicità e chiarezza di utilizzo per evitare all’utente troppo impegno per l’apprendimento delle procedure necessarie
  • adattamento nel recepire i comandi dell’utente.

L’utente deve poter accedere al sistema mediante un’interfaccia chiara e comprensibile e, attraverso specifici pulsanti e controlli che gli permettano di impostare i parametri desiderati. 

Tale interfaccia di tipo grafico ed “user friendly” deve essere WYSIWYG, acronimo della frase inglese What You See Is What You Get ma in considerazione dei compiti che deve assolvere è preferibile sostituire il verbo Get (“ottenere”) con il verbo Want (“volere”) in quanto in un sistema domotico l’interfaccia non è destinata alla produzione di elaborati o stampe ma alla trasmissione di comandi e richieste e alla ricezione delle eventuali risposte.

L’interfaccia dovrà acquisire la caratteristica di diventare “invisibile” all’utente durante il suo utilizzo, questo permetterà all’utente di pensare al compito che deve svolgere e non allo strumento che sta usando.

Prima di premere il tasto per la trasmissione del comando l’utente deve capire se quanto visualizzato sullo schermo sia effettivamente quanto lui “voglia” ottenere dal sistema.  

Primordial question:

Primordial question:
Pensate che il bimbo sarebbe così remissivo se studiasse in una classe domotizzata con un'interfaccia semplice?

Why?

Why?
Il nonno del bimbo è certo che farà in tempo a vivere in una casa domotica ... IL BIMBO!