Vorrei capire come mai, quasi,all'alba del 2012 le case non sono ancora domotizzate come le vedevo nei cartoni animati della mia infanzia.
La Domotica è una scienza troppo vasta per un singolo blog QUINDI in questo focalizzeremo l'attenzione sull'INTERFACCIA UTENTE che permette ai proprietari di una casa domotica di interagire con tutto il SISTEMA.

10) Ma io come l'ho pensata? Non alta, non bella, non bionda, MA SEMPLICE!

La realizzazione di un’interfaccia per ambiente domotico richiede una sequenza di informazioni e conseguenti analisi che permettano di traguardare quanto ipotizzato.
Per realizzare un design finalizzato all'usabilità si è iniziato cercando di tipizzare il potenziale utente e l’ambiente ideale in cui egli potrebbe abitare.

L’utente “tipo” ipotizzato ha un’età compresa tra i 15 e i 70 anni, ha un’abilità in ambito informatico che varia da scarsa a mediocre, non conosce la scienza domotica seppure sia disponibile ad accettare l’automazione della casa.

Variando il range all'interno dei parametri stabiliti si sono affinati i requisiti per la realizzazione di un'unica interfaccia e nel contempo si è valutato il livello di percezione della stessa da parte dell’utente, sottoponendolo a test mirati allo scopo.
Lo scenario in cui funziona l’interfaccia prevede un ambiente domestico con quest’ultima fissata al muro o appoggiata su un tavolo in modo che sia facilmente raggiungibile e trasportabile nelle varie stanze.

Queste collocazioni permettono l’uso sia da posizione eretta, sia da quella seduta oppure in movimento tra una stanza e l’altra. Con questa caratteristica si è inteso facilitare la futura integrazione dell’interfaccia stessa nei telefoni cellulari o in un qualunque altro strumento elettronico abilitato alla connessione ad internet.

Il flusso dati di input è facilitato mediante un touch screen e tutte le informazioni necessarie vengono inserite mediante la pressione di tasti virtuali e una sintassi iconografica studiata ad hoc. All’occorrenza lo schermo può essere integrato con degli specifici strumenti di puntamento che possano sopperire alle necessità di un utente diversamente abile.

Anche il flusso dati di output avviene tramite lo schermo e a scelta può essere integrato da un messaggio sonoro che “legge” quanto è visualizzato sullo schermo.
L’interfaccia è stata sviluppata scomponendo ogni comando in elementi atomici di una sintassi iconografica creando uno specifico linguaggio ad alto livello. Oggetto, azione, luogo, specifica ecc … consentono di creare un gran numero di combinazioni per ottenere la tupla che identifica il comando desiderato.

Questa modalità ha l’indubbio vantaggio di richiedere una limitata memorizzazione da parte dell’utente del significato delle icone in quanto le stesse vengono più volte riutilizzate ed inoltre permette, all’eventuale aumento delle risorse del dominio (nuovo elettrodomestico), di integrare semplicemente le icone che mancano senza variare gli elementi della struttura sintattica precedentemente memorizzata.

E’ il software stesso dell’interfaccia che provvede, nelle varie finestre di scelta, a nascondere le icone che non sono compatibili con il comando che si sta impostando, ad esempio se il comando prevede di impostare la temperatura della doccia a 38° nella scelta del luogo deve visualizzare solo i bagni con doccia presenti nella casa in quanto l’eventuale icona della cucina sarebbe solo fuorviante.

Nella trasmissione dei comandi il software dell’interfaccia è programmato per interpretare quanto inserito dall’utente cercando così di ridurre al minimo un suo ulteriore coinvolgimento, ad esempio se sono stati inseriti quattro comandi inerenti la programmazione della caldaia di cui due di accensione rispettivamente alle ore 8:00 e alle ore 9:00 e due di spegnimento alle ore 21:00 e alle ore 22:00 l’interfaccia provvede a segnalare che sono attivi (non ancora eseguiti) comandi differenti per lo stesso elettrodomestico ma nel contempo se l’utente non provvede alla cancellazione dei comandi attivi ma non più richiesti, l’interfaccia si predispone per eseguire i due comandi che coprono una fascia di orario che comprenda anche gli altri due.

Nella fase di studio iniziale, con in mente l’insegnamento di Henry Ford che soleva dire:” tutto quello che non c’è non si può rompere”, si è pianificata una semplificazione estrema dei comandi eliminando il superfluo ma non l’essenziale.

L’approccio ergonomico è stato condotto analizzando cosa dovesse effettivamente fare operativamente l’utente per trasmettere i comandi al sistema domotico mediante l’interfaccia. I parametri analizzati sono stati il livello di efficacia e di efficacia dello strumento, il grado di soddisfazione raggiunta dall’utente nel traguardare lo scopo preposto ed infine lo sforzo compiuto dall’utente per comprendere i meccanismi d’uso della “nuova” sintassi iconografica.

L’interfaccia presenta una maschera di ingresso definita “Home” da cui può essere scelto uno dei quattro link con cui l’utente può affrontare la maggior parte degli scenari relativi alla casa domotica.


Il primo link denominato “Autenticazione” è dedicato a questa operazione, dopo la validazione del codice di accesso è possibile accedere alla programmazione e alla lista dei comandi in attesa. Il completamento di questa fase crea una sessione autenticata che termina di esserlo nel momento in cui l’utente si scollega o lo schermo non viene premuto per alcuni minuti.

Il secondo link denominato “Programmazione” è dedicato alla interazione dell’utente con la casa cioè alla formulazione e all’invio dei comandi al sistema domotico.

Il terzo link è utilizzato per analizzare lo stack di quei comandi che seppur inviati non sono ancora stati eseguiti e quindi sono differiti nel tempo. Tramite questa funzione è possibile annullare comandi non più necessari o analizzare le motivazioni per cui non è stato possibile eseguirli.

Per conoscere lo stato degli elettrodomestici o di tutte le risorse appartenenti al dominio l’ultimo link ha un ruolo di feedback permettendo di acquisire le informazioni sulla situazione delle periferiche gestite dal sistema.

L’impostazione grafica dell’interfaccia può essere assimilata ai meccanismi di un sito web progettato per la raccolta di informazioni.
La componente grafica nella progettazione ha rivestito un ruolo importante in quanto la collocazione del monitor dell’interfaccia nell’ambiente domestico richiedeva un’estetica piacevole; inoltre affinché l’insieme degli elementi necessari per la definizione del comando potessero suggerire una sequenza logica in funzione di quel che rappresentavano era necessario che la componente grafica fornisse il massimo delle informazioni possibili. A tale fine sono stati digitalizzati disegni a colori eseguiti manualmente che rappresentassero oggetti ed ambienti e che fossero comprensibili dal maggior numero possibile di potenziali utenti come peraltro descritto nel capito relativo all’eidomatica.

La scelta di escludere un’interfaccia prettamente testuale è stata effettuata per evitare all’utente la memorizzazione di codici e comandi ed anche per applicare il principio di Nielsen per cui “Riconoscere è più facile che ricordare” (Recognition rather than recall, Nielsen 1994 “Ten usability heuristics”), in tal modo l’abbinamento dei vari codici e l’interpretazione dei comandi immessi è stato delegato all’interfaccia.

Nella progettazione è stata anche dedicata particolare attenzione alla possibilità di abbandonare qualsiasi attività iniziata premendo un tasto di annullamento ed evitando in tal modo che nell’utente si generasse un senso di disorientamento. Per infondere inoltre maggior tranquillità nell’esecuzione dei comandi è stata introdotta la possibilità di annullare in ogni momento qualsiasi comando già confermato ma con l’esecuzione “sul campo” differita nel tempo.
Uno studio particolare è stato dedicato alla possibilità di poter ridurre l’operatività a quegli utenti che abbiano acquisito dimestichezza con le maschere del programma (introduzione di “scorciatoie”).

Partendo dal fatto che nella fase di inserimento dei comandi è necessario inserire una serie di informazioni, come l’oggetto interessato, l’azione da compiere sull’oggetto, il luogo dove l’oggetto si trova e le modalità di esecuzione del comando ed avendo tradotto queste informazioni in icone grafiche il riproporre i cinque comandi più probabili permette all’utente più esperto di modificare solamente la parte di comando che varia.
In questo modo si riducono notevolmente i tempi di programmazione e si fornisce un valido ausilio a chi opera in quanto, come promemoria, rivede i cinque comandi che solitamente trasmette.

Importante è senza dubbio la scalabilità dell’interfaccia quando il suo dominio di risorse viene incrementato con nuovi elementi.
Il driver e le informazioni sul funzionamento del nuovo elettrodomestico appena acquistato vengono recepite dall’interfaccia in maniera automatica.

Il sistema, all’accensione dell’elettrodomestico “sconosciuto”, acquisisce mediante il segnale wi-fi, onde convogliate o cablaggio tramite cavo di un bus comandi le informazioni minime sul prodotto (modello, marca, serial number, …) e tramite collegamento internet scarica ed installa tutti i moduli e i driver necessari al funzionamento in modo trasparente all’utente, al quale poi richiederà le informazioni atte alla personalizzazione come le eventuali label per meglio identificare la risorsa o il luogo dove quest’ultima verrà collocata se ne fosse prevista un’installazione fissa o l’eventuale attuatore a cui è collegato.

L’obiettivo di massima usabilità per agevolare l’interazione tra l’utente e il sistema è completamente svincolato dai protocolli utilizzati per trasmettere i comandi alle periferiche e per ricevere da quest’ultime le informazioni di ritorno (feedback) che, aggiornino l’utente su quale risultato si è realizzato a seguito della sua azione.

Primordial question:

Primordial question:
Pensate che il bimbo sarebbe così remissivo se studiasse in una classe domotizzata con un'interfaccia semplice?

Why?

Why?
Il nonno del bimbo è certo che farà in tempo a vivere in una casa domotica ... IL BIMBO!